La “processionaria” è il nome volgare con cui si indicano le larve di varie specie di Lepidotteri che, avendo abitudini gregarie, si spostano in lunghe file, simili a processioni. Le larve sono lunghe dai 2 ai 6 cm con il capo nero e il dorso rosso fulvo con colorazione grigia sui lati, e sono dotate di peli urticanti che possono causare gravi inconvenienti. In Italia esistono due specie di processionarie, appartenenti alla famiglia Thaumatopoeidae:
Il ciclo vitale delle processionarie si divide in quattro fasi: uovo, larva (o bruco), crisalide(o pupa) e infine farfalla, ovvero la forma adulta.
- Fase 1: UOVA
- Durante l’estate le femmine adulte dell’insetto(farfalle) depongono sui rami più giovani da 100 a 400 uova.
- Fase 2 : LARVA/BRUCO
- A fine della stagione calda nascono le larve neonate, Le larve neonate si possono già trovare alla fine di luglio ad alte quote, in pianura e media collina a fine agosto, nelle pinete delle coste a fine settembre. Le larve costruiscono nidi di seta, idrorepellenti, che ingrandiscono man mano che crescono ed entro cui trascorrono tutto l'inverno per proteggersi dai freddi invernali. I nidi sono in genere posti sui rami più soleggiati e rivolti a sud. In primavera, quando la temperatura ambientale diventa più mite, indicativamente tra inizio marzo e fine maggio, le larve neonate escono dai nidi e fino a maturazione si nutrono di aghi di conifere o foglie di quercia , creando anche gravi danni alle piante.
- Fase 3 : CRISALIDE/PUPA
- Le larve, uscite dai nidi, raggiungono un luogo adatto dove formare la crisalide e scendono in processione lungo il tronco degli alberi. Mentre le processionarie del pino incrisalidano nel terreno, quelle della quercia compiono questa metamorfosi vicino al nido o nel suo interno.
- Fase 4: FARFALLE
- Da crisalide si trasforma in farfalla di forma triangolare notturna, dal colore bianco-giallastro e apertura alare di 5 centimetri, non troppo appariscenti, né colorate né leziose, sono presenti sul territorio da giugno a fine settembre. In genere sono innocue e non danno fastidio a nessuno, ma anche da adulte, se si sentono minacciate, possono emettere un liquido giallino assai irritante.
Quando il bruco viene molestato, o comunque si sente in pericolo, attua un movimento del corpo per difesa, durante il quale sfrega contro peli più grossi e più ruvidi del suo dorso, provocando la rottura di quelli velenosi che si conficcano facilmente nella pelle e nelle mucose dell'uomo e degli animali. I peli possiedono una particolare forma ad uncino, che garantiscono aderenza alla pelle e provocano reazioni urticanti, pruriginose e addirittura allergiche in alcuni soggetti sensibili. Ma non è necessario toccare i bruchi per provare gli effetti delle urticazioni se nella zona esistono alberi infestati, dai nidi sospesi tra i rami i leggerissimi peli, per effetto del vento, volano dappertutto, diffondendosi nell'ambiente circostante e penetrando anche al di sotto degli indumenti.
Il veleno contenuto nei peli cavi, è una sostanza proteica detta “taumetopoeina” che agisce liberando alcuni mediatori chimici analoghi a quelli che intervengono nelle reazioni allergiche, provocando la liberazione di istamina nei tessuti colpiti. Sintomi arrossamento, edema , prurito, bruciore cutaneo, reazioni che possono essere immediate o anche manifestarsi dopo alcune ore o giorni. I peli se inalati o ingeriti possono avere conseguenze molto gravi e, sia pure molto raramente, anche mortali. La penetrazione dei peli urticanti negli occhi può causare la formazione di noduli granulomatosi dell'iride e perfino la cecità. Anche i nidi abbandonati dagli insetti, conservano al loro interno le spoglie dei bruchi dopo la muta, che sono pericolose per la presenza di peli ancora attivissimi.
Particolarmente pericolosa la processionaria per i cani, i quali hanno l’abitudine di annusare per terra e possono ingerire i peli urticanti del bruco. Il cane in questi casi sviluppa sintomi allarmanti in breve tempoSi tratta di sintomi gravi e potenzialmente fatali, anche perché la diagnosi è semplice se il proprietario riferisce la presenza di processionarie, ma se non si ha questa informazione si può pensare a qualsiasi altro tossico e veleno.
- salivazione abbondante
- dolore
- infiammazione delle mucuse e bocca, esofago e stomaco e dell’intestino in caso di ingestione, con la comparsa di vomito, nausea e dolori addominali.
- edema della glottide
- arrossamento, bruciore, e congiuntivite nel caso di contatto oculare
- irritazione delle vie respiratorie e possibili broncospasmi qualora le larve vengano inalate
- necrosi della lingua e della mucosa
- febbre
- anoressia
- vomito emorragico
- diarrea emorragica
Se si ha il sospetto o la certezza che il cane sia entrato in contatto con il bruco della processionaria bisogna rivolgersi immediatamente ad un veterinario, senza perdere neanche un minuto.
Mentre si attende il veterinario può essere utile sciacquare la zona interessata con acqua e bicarbonato, anche utilizzando strumenti quali siringhe (senza ago) o pompette per pulire bene la bocca e le altre parti interessate, per togliere i peli urticanti. Mettere dei guanti di lattice perché sono urticanti anche per noi.
Attenzione, non pensate che sia una stupidaggine in quanto se la lingua del cane va in necrosi,considerando che con essa beve, la situazione diventa molto critica!
Ricordiamo che sia le processionarie costruiscono i loro nidi di seta bianca verso I'apice dei rami o in prossimità delle biforcazioni e che raggiungono in media il volume di una testa umana, quindi ben visibili. Prima di accamparsi in una pineta o in un bosco sarà prudente osservare bene gli alberi per escludere la presenza di queste temibili 'borse' di seta. Le processionarie non si trovano soltanto in campagna, nei boschi, ma vivono spesso anche nei parchi cittadini e nei giardini privati urbani, quindi evitate il più possibile passeggiate sotto gli alberi, nei periodi a rischio, per tutelare voi e il vostro amico a 4 zampe!